venerdì, maggio 30, 2008

Comunicazione per i Torinesi

Dal momento che inizia ad esserci un certo movimento intorno alla fissa in città si pensava di incontrarci in maniera informale venerdì 6 giugno per chiacchierare un po' e vedere di organizzare qualcosa per i prossimi mesi.
Orario serale dopo le 20:00 e zona centro cittadino, se qualcuno ha posti da proporre con possibilità di ampio parcheggio velocipedi si faccia pure avanti, tanto una volta che siamo tutti in bici spostarsi da un locale all'altro è molto semplice e veloce, e magari usiamo la scusa per una garetta improvvisata :-)
L'invito si intende per fissati, aspiranti tali e appassionati in genere.

AGGIORNAMENTO: ci si vede dopo le 20:00 in piazza Vittorio Veneto, in seguito ci si sposta all'Imbarchino!

Come nasce un telaio - la misura corretta


Uno dei problemi per la scelta del telaio per la propria fissa è conoscere la misura giusta.
Esistono numerosi calcolatori in rete per stabilirla, per lo più riferiti alla geometria tradizionale di un telaio per bici da corsa.
Il paramentro fondamentale è la misura del cavallo che va moltiplicata per 0.65 (anche se ci sono teorie lievemente differenti) per ottenere la taglia del telaio.
Il posizionamento su una bici da corsa (BDC) è una scienza quasi esatta che tiene conto del fatto che le bici sono tutte montate e vengono usate allo stesso modo per cui ci sono esperti biomeccanici che misurando le varie parti del corpo sono in grado di calcolare alla perfezione le quote del telaio e dei vari accessori.
Una fissa per uso cittadino però è spesso montata in maniera molto diversa (un manubrio da MTB comporta una posizione ben diversa dal montare un manubrio da pista piuttosto che "con le corna") e può essere usata in modo molto corsaiolo, tranquillo o freestyle.
Quindi?
La soluzione migliore sarebbe avere un telaio di partenza su cui ragionare, se abbiamo fatto una conversione su un telaio di recupero di una misura abbastanza corretta si può pensare di usarlo come base per studiare un prodotto definitivo, ad esempio come mi trovo col telaio che ho già? E' lungo, corto, ci sto comodo, ma vorrei una impostazione più aggressiva?
In alternativa misurarsi per benino cavallo, busto, braccia, etc e usare uno dei calcolatori che ci sono in rete o meglio ancora farsi misurare da un esperto.
Tempo fa un negoziante molto capace mi aveva preso tutte le misure e aveva decretato che il mio telaio ideale era un 61x58 centro centro con geometria tradizionale (più alto che lungo perchè ho le gambe lunghe in proporzione al corpo).
Arrivando dalla MTB e dal momento che stavo usando una bici più lunga mi sembrava che il risultato fosse sbagliato ... dopo 2 anni posso dire che aveva perfettamente ragione, ho un telaio pista tradizionale 60x58 e uno semislooping le cui misure, riportate come tradizionali, sono 58x57.5 e indovinate un po'? Sono perfetti come lunghezza ed entrambe un pelo troppo bassi (errore compensato facilmente con l'attacco manubrio).

mercoledì, maggio 28, 2008

Come nasce un telaio - il materiale


Per un telaio è meglio l'acciaio o l'alluminio? O meglio ancora il carbonio o il titanio?
Impossibile una risposta secca, la discussione tra acciaio e alluminio è aperta da anni e fondamentalmente ancora non si è ancora capito chi sia il vincitore, sembrava che il carbonio dovesse farla da padrone e spazzare via ogni discussione e invece si è rivelato solo uno dei tanti materiali con cui può esser fatto un telaio.
L'acciaio è preferito perchè è il materiale tradizionale, è morbido e quindi ammortizza naturalmente le vibrazioni trasmesse dal terreno, si salda facilmente, si può riparare anche in caso di crepe e rotture, è quello che resiste meglio alle botte, ma è pesante e se non protetto correttamente si arrugginisce.
L'alluminio è più rigido, questo significa che risponde meglio alla pedalata, ma è meno confortevole sullo sconnesso, pesa meno e non arrugginisce; la particolare rigidità che è un vantaggio sul telaio però è eccessiva sulle forcelle che se fatte in questo materiale fanno veramente schifo, non a caso di norma i telai in alluminio montano forcelle in carbonio.
Il carbonio si può modellare meglio degli altri due materiali, ha eccellenti caratteristiche poichè si possono orientare le fibre per avere telai confortevoli e reattivi allo stesso tempo, ma è fragile agli impatti e si può crepare.
Il titanio ha quasi le stesse caratteristiche dell'acciaio, migliori se possibile, non si arrugginisce, ma costa tantissimo.
Ho iniziato a pedalare su bici in acciaio, ne ho avuto in alluminio e mi sono autoconvinto che l'acciaio era superiore, poi ho provato il Vigorelli in alluminio e carbonio e ho fatto esperienza su diversi telai in acciaio.
Ho capito che il materiale è importante, ma la cosa fondamentale è come è fatto il telaio, se è fatto bene, può essere fatto in qualunque cosa, funzionerà a meraviglia, se è fatto male, funzionerà male, fletterà nei punti dove deve essere rigido e viceversa, sarà inutilmente pesante o eccessivamente fragile.
Inoltre parlare genericamente di acciaio o alluminio è sbagliato, ci sono diversi tipi dello stesso materiale più o meno validi, come già accennato tra un acciaio Hiten e un Cromoly di alta gamma a spessore differenziato ci sono differenze abissali in termini di qualità e conseguentemente di prezzo.
In definitiva un vero vincitore non c'è, l'acciaio si piazza in testa perchè è più polivalente rispetto agli altri materiali e con l'acciaio si possono fare bici tradizionali o moderne e per ogni utilizzo cambiando il tipo di tubi e la geometria.
Con alluminio e carbonio si fanno ottime macchine da corsa leggere e reattive, ma deve piacere il look moderno e corsaiolo.
Il titanio potrebbe essere una valida alternativa all'acciaio, ma costa veramente troppo.
A voi la scelta.

martedì, maggio 27, 2008

Come nasce un telaio - Maschera e geometrie


Per saldare un telaio a mano è utile una maschera, ovvero un tavolo apposta su cui si appoggiano i tubi in modo da saldarli più agevolmente.
Gli artisti del telaio non usano la maschera, vanno a mano libera, però a questi livelli si tratta più di opere d'arte che di semplici biciclette e come tali vanno trattate e ... pagate.
Per gli esseri umani che han bisogno di valido prodotto artigianale, la maschera va più che bene e ci permette di chiacchierare un po' di dimensioni e geometrie.
Un telaio è contraddistinto principalmente dalle dimensioni del tubo verticale e del tubo orizzontale, il primo è la taglia e si calcola sulla lunghezza della gamba del ciclista, il secondo è determinato dalla lunghezza del tronco e delle braccia.
Poi ci sono gli angoli del tubo sterzo e del tubo sella.
A seconda dell'angolo del tubo sterzo la bici girerà più o meno rapidamente e avrà maggiore o minore difficoltà a superare gli ostacoli, mentre l'inclinazione del tubo sella consentirà una posizione e una pedalata più comoda o più aggressiva.
Altri dati importanti sono:
L'altezza del movimento centrale, se il movimento è basso risulta basso anche il baricentro e la bici è stabile , ma se è troppo basso, specie su una fissa, i pedali toccano terra durante la pedalata.
La lunghezza del carro posteriore (dal movimento all'asse della ruota): lungo = stabile, corto = scattante e nervoso, occhio che più si riduce e meno c'è spazio per la ruota per cui non si possono montare gomme grosse.
La lunghezza totale della bici come per il carro: lungo = stabile, corto = gira velocemente.
Lette così in maniera molto semplificata sembra un po' tutto la stessa cosa, in realtà il "gioco" è riuscire ad amalgamare tutti i dati per ottenere una geometria perfetta per il ciclista e lo scopo prefissato.
Tutto questo è tanto per avere un'idea di cos'è una geometria, quali sono i parametri fondamentali e a che cosa servono e per chiarire ancora una volta che i telai non sono tutti uguali e che anche variazioni minime di un grado o un centimetro possono fare la differenza.

lunedì, maggio 26, 2008

Come nasce un telaio: i tubi


Per fare un telaio in acciaio, in alluminio o titanio servono dei tubi, tutto parte da li; chiaramente ci vogliono delle geometrie azzeccate, ci vuole qualcuno o qualcosa, un uomo o una macchina, che li saldino insieme a regola d'arte, ma prima di tutto chi vuole una ditta seria in grado di produrre le tubazioni.
Molto spesso si parla di telai in acciaio, senza specificare in alcun modo il tipo di acciaio, sbagliato perchè ci sono veramente molti tipi di acciaio e di tubazioni.
Tanto per incominciare ci sono tubi in acciaio "finto" High Tensile usati per bici economiche e da supermercato e tubi in acciaio "serio" Cromo Molibdeno.
Il tubo "base" è in acciaio generico Cromoly industriale senza nome a spessore costante (ovvero tutto il tubo è spesso uguale), nulla di male ad usare questi tubi, il telaio costerà poco, ma sicuramente sarà anche molto pesante.
Dal momento che le zone del tubo più stressate sono quelle vicino alle saldature i tubi migliori sono a spessore differenziato, più spessi sui terminali e più sottili al centro e ogni tubo deve essere differente a seconda della lunghezza (un tubo orizzontale di un telaio 49 non può essere lo stesso di uno di un 62).
Per fortuna in Italia abbiamo due tra i migliori costruttori di tubazioni per biciclette al mondo, Columbus e Deda in grado di fornire prodotti di qualità e per ogni esigenza.

venerdì, maggio 23, 2008

Alleycat Vicenza


Mi è arrivato stamattina il flyer di una alleycat race organizzata per il 14 giugno a Vicenza, il testo dice "senza tante pretese", ma qui mi pare che le cose siano state organizzate veramente alla grande!
"La gara sara' di circa 25 km alla fine ci sara' uno spritz e un after party con i dufresne + gruppo hc dagli states".
Ci sarà da divertirsi!

martedì, maggio 20, 2008

La fissa di Lukariello


Ovvero: una bella conversione.
La partenza è una bici da corsa con telaio acciaio, usata ma in buone condizioni, della misura giusta e senza ruggine (quindi nessuna necessità di riverniciatura).
Le parti principali erano messe piuttosto bene, tanto che una volta sostituito un raggio rotto della ruota posteriore Lukariello l'ha usata per un po' così in attesa dei pezzi necessari per il fissaggio.
Ho sostituito entrambe le ruote con cerchi ad alto profilo bicolori: nero davanti come la forcella e rosso dietro come il telaio e mozzo da pista al posteriore; la corona originale era inutilizzabile, praticamente non aveva più denti (!) per cui l'ho sostituita con un'altra sempre da 42 denti per ottenere il classico 42-16 ottimo per la città, rispaziando con delle semplici rondelle sotto le viti per migliorare la linea di catena e voilà il gioco è fatto.
Lukariello ha poi cambiato il manubrio originale con uno da crono della Nitto, con leva ciclocross per azionare il freno anteriore.I
l risultato è indubiamente ottimo.

venerdì, maggio 16, 2008

Il negozio di Lance Armstrong


Lance Armstrong, il più volte campione del Tour de France ha aperto un negozio di bici nella sua città: Austin, Texas.
La cosa sarebbe abbastanza normale e sinceramente non degna di nota, ovvio che finito il passato da sportivo qualcosa deve pur fare e ovviamente solo il suo nome è già una enorme pubblicità.
Quello che è veramente interessante è che il negozio, nonostante sia una specie di museo delle vittorie di Lance al Tour, non è rivolto a ciclisti corsaioli e stradisti vari, è dedicato esclusivamente ai "commuters" ovvero quelli che usano la bici per andare al lavoro e spostarsi in città!
Intendiamoci, non è che il signor Armstrong adesso voglia salvare il mondo dal traffico e dall'inquinamento, se l'orientamento del negozio è quello è perchè ha capito che quello del commuting in bicicletta è un settore in forte espansione e ci sono dei bei soldini da fare; quello che non capisco è come in Italia invece gli "addetti ai lavori" (quelli seri) : produttori, importatori, distributori e negozianti continuino a considerarlo un settore di serie B rifiutando di investirci e di guadagnarci sopra.

martedì, maggio 13, 2008

La truffa?


Qualche giorno fa mi scrive il titolare della Noodlepark e mi segnala la loro iniziativa di proporre un "interesante" pacchetto bici a ruota fissa + giubbotto."
Con sole 350 euro, il set comprende un jacket e una fixed ovviamente targata NoodlePark.
La bici è assemblata in Italia da Parkpre e costituirà una buona base per poterla customizzare a piacere, in linea con la filosofia della collezione estiva ‘09 ‘Choose your color find your way’."
Ho dato un occhiata al sito e ho scoperto che la ditta in questione propone un giubbino antipioggia del tutto simile al K-way anni 70 compresa la possibilità di ripiegarlo nella sua apposita taschina (quelli della mia età se lo ricordano bene) alla modica cifra di 99 euro.
Se la matematica non è un'opinione questi hanno intenzione di proporre una fissa alla cifra di 251 euro, ma come fanno dal momento che nella mail c'è pure scritto "fatta in Italia, non è una cinesata"?
Così rispondo che mi pare strano un prezzo così basso per una bici fissa, completa e montata come si deve; la risposta arriva dopo pochi giorni con le foto dell'oggetto.
La bici Noodlepark non è una fissa!
Trattasi infatti di una bici col mozzo a contropedale (quindi non fisso e molto, ma molto più economico) basata su un vecchio telaio da passeggio, geometrie super rilassate, ben diverse da quelle da pista, con componenti preistorici (vedi freno anteriore), il tutto condito con un manubrio da corsa di recupero non nastrato, leva economica da MTB (che tra l'altro non può funzionare con quel tipo di freno) e l'immancabile sella Brooks per dare il tocco di classe.
Nulla in contrario a vendere una bici da passeggio col contropedale insieme ad un giubbottino trendy, MA se questa è spacciata per una fissa, mi sa che per la legge italiana è ipotizzabile il reato di truffa (io direi più circonvenzione di incapace se qualche sprovveduto la compra, ma vabbè).
Il responsabile della Noodlepark mi ha scritto stamattina dicendo che sbaglio e che fixed e contropedale sono la stessa cosa ... sarebbe meglio che si informasse un po' prima di produrre e vendere biciclette (in inglese contropedale è coaster brake e non fixed).

lunedì, maggio 12, 2008

Analisi di una possibile conversione


Spesso ricevo mail in cui mi si chiedono consigli sulla conversione di una vecchia bici in fissa.
Visto che più o meno le situazioni sono simili tanto vale analizzarle per bene una volta per tutte.
La bici in questione è spesso la classica "bici da passeggio" appartenuta a qualche parente/vicino di casa e comunque ottenuta praticamente a gratis, il che è un buon punto di partenza.
Essendo una bici "datata" ha un solido telaio in acciaio con forcellini orizzontali, quindi per certi versi è validissima per una conversione.
Ci sono però alcuni elementi da considerrare con attenzione prima di iniziare l'opera.
Prima di tutto stiamo parlando di una bici che già nasce come "mulo" e non certo "cavallo di razza" come potrebbe essere una bici da corsa, in più con geometrie molto rilassate appunto da passeggio, quindi anche spendendo cifre importanti non si trasformerà mai in una bici da pista leggerissima, scattante e nervosa (cosa che in effetti potrebbe anche non interessare, è giusto per chiarire da subito la cosa).
Secondo: probabilmente molti componenti, vuoi per usura, per età o per eccesso di ruggine sono necessariamente da cambiare e a volte non è facilissimo dal momento queste bici erano spesso fabbricate artigianalmente una per una da un singolo telaista che a volte usava particolari proprietari o semplicente parti standard ormai obsolete, non più in produzione e quindi di difficile reperibilità.
Se su un telaio da corsa degli anni '80 basta cambiare la corona, qui spesso, come il caso della bici in foto, se i denti sono rovinati bisogna sostituire tutta la guarnitura e smontare totalmente i movimento centrale, con aumento di spese e "sbattimento".
E' inoltre necessario sostituire quasi sicuramente catena, gomme, camere, fili e pattini del freno.
Le ruote della bici in foto inoltre hanno un problema: montano tubolari, senza divagare, in città i copertoncini+camera sono più pratici in caso di foratura e sostituzione, quindi si tratterebbe di sostituire anche entrambe le ruote.
In definitiva, a voler fare un bel lavoro si rischia di spendere molto più del previsto per cui è necessario ragionare subito sulla possibile spesa senza partire col comprare componenti più o meno a caso per poi scoprire che il raggiungimento del risultato sperato è troppo oneroso.
Ultimo e non meno importante: la conversione di una vecchia bici richiede sempre, comunque, molto, ma molto lavoro manuale; se si è in grado di farlo personalmente, la cosa può anche trasformarsi in una occasione di apprendimento e di divertimento, ma a farlo fare a un negozio significa spendere in mano d'opera molto più dell'effettivo valore della bici.

Ne vale la pena?
Sinceramente non posso dirlo, ognuno deve valutare per proprio conto quale sia la soluzione migliore per le proprie necessità e desideri: se procedere al fissaggio cercando la componentistica da sostituire usata a poco prezzo o direttamente nell'immondizia dei negozi di bici, se optare per componenti recenti aumentando considerevolmente la spesa, oppure se decidere di abbandonare il progetto in attesa di trovare un mezzo diverso.
Personalmente, ritengo che una conversione abbia senso solo se la bici di partenza è in buone condizioni, tali da non richiedere la sostituzione di troppe parti per ottenere un ottimo risultato, ma, ovviamente, è una opinione del tutto personale.

venerdì, maggio 09, 2008

Lunghezza pedivelle


Come ben sapete su una bici a ruota fissa per muoversi bisogna pedalare sempre, questo significa che inclinando la bici facendo una curva i pedali potrebbero toccare per terra fino a far cadere il ciclista.
Per evitare questo le bici concepite a ruota fissa hanno, o meglio dovrebbero avere, il movimento centrale piuttosto alto rispetto ad un telaio da corsa.
L'altezza del movimento non è l'unico parametro da considerare e per questo molti consigliano di montare pedivelle con bracci piuttosto corti.
La lunghezza delle pedivelle su qualunque tipo di bici andrebbe scelta in base alla lunghezza delle gamba e in second'ordine al tipo di utilizzo, per grandi salite meglio essere avvantaggiati da bracci lunghi mentre su percorsi pianeggianti sfruttare l'agilità di quelli corti.
Siccome in generale una fissa è usata prettamente in pianura non ci sono particolari controindicazioni all'utilizzo delle pedivelle corte per cui ben vengano le 165mm, a meno di non essere molto alti.
Personalmente con una altezza di 1 e 88 e 90cm di cavallo con pedivelle da 165mm mi trovo malissimo, specie senza freni (una leva superiore è di grande aiuto per gli skid) e uso delle 172.5mm.
Ma non c'è il rischio di toccare con pedivelle così lunghe?
No e per 3 motivi.
Innanzitutto il telaio che uso attualmente è da pista col movimento alto, ma le stesse pedivelle le usavo anche sulla Bottecchia convertita, non ho mai fatto curve da motomondiale, ma non ho neppure mai toccato terra in curva.
Il "trucco" sta nella scelta dei pedali che devono essere piccoli e restare belli alti sul loro asse, sulla conversione usavo dei Campagnolo Chorus minimali, con dei pedali da corsa di tipo vecchio toccare è veramente difficile, mentre con degli zatteroni da BMX si può rischiare anche con pedivelle corte.
Inoltre, siamo seri, per toccare il pedale a terra bisogna che la bici sia inclinata di 45° per cui una differenza di pochi millimetri sui bracci delle pedivelle si sente veramente poco, mentre la dimensione e la forma del pedale ho un effetto molto più importante.
Mi sembra che molti considerino le pedivelle da 165mm la panacea di tutti mali e inorridiscano all'uso di leve più lunghe, io ritengo che la lunghezza sia solo uno dei paramentri da considerare.

martedì, maggio 06, 2008

Freestyle trackstanding


Dal momento che ormai riesco a fare trackstand/surplace senza mani anche ai semafori ho pensato di impegnarmi un po' su variazioni freestyle.
In rete ci sono molti filmati da cui prendere spunto, sinceramente le prime volte che li ho visti devo ammettere che non mi hanno proprio "entusiasmato", a prima vista sembra più una cosetta da circo che del ciclismo "serio", ma ora mi stò prendendo bene anche se c'è ancora molto da lavorare.

lunedì, maggio 05, 2008

Grind sequence


Continuo a rimanere della mia idea su grinds e bici da pista, MA quando uno è bravo ... massimo rispetto:

Andrea Schilirò, Sproket grind sequence

(per inciso grindare con la corona è molto più difficile che farlo col pedale come nella foto del post precedente)